Premessa
La formazione in Bodywork Fasciale è aperta sia al personale medico, paramedico e sanitario in generale che agli operatori del benessere; tutti i termini diagnostici usati si relazionano esclusivamente alle metodologie fasciali applicate nell’esercizio delle professioni sanitarie e riabilitative. L’esercizio delle metodologie fasciali da parte degli operatori del benessere, dei professionisti non ordinistici o appartenenti ad albi e ordini di tipo privato deve comunque sottostare alle leggi nazionali e regionali vigenti. Gli attestati rilasciati non sono abilitanti all’esercizio di attività riabilitativa e sanitaria in generale.
In America e in generale nei paesi anglofoni il termine bodywork è utilizzato nella medicina complementare per definire ogni pratica salutistica, terapeutica o di sviluppo personale che comporti tecniche di contatto, energetiche o manipolative ad indirizzo fisico, somatico e generalmente olistico. Molte forme di bodywork vengono catalogate come discipline somatiche. Alcune forme conosciute anche in Italia sono: lo Yoga in tutte le sue varianti incluso il Pranayama, il Rebirthing, il metodo Feldenkrais, la tecnica Alexander, il Rolfing, Integrazione Posturale, il metodo Trager, lo Shiatsu ed il Tuina, il Massaggio Metamorfico, Polarity, la tecnica Bowen, la Chiropratica e l’Osteopatia, ma anche tecniche corporee orientali quali il Qi Gong, il Tai Chi, il Do-in e altre che prevedono l’uso della voce e la danza. Sovente il bodywork è integrato con i vari metodi per lo sviluppo personale o con forme di psicoterapia ad indirizzo corporeo, in particolare con la Bioenergetica, la Gestalt e lo Psicodramma. Una delle forme più conosciute di Bodywork è la Deep Tissue Massage Therapy e spesso il termine massage e bodywork vengono considerati sinonimi. Il termine bodywork è però più completo in quanto comprende tutte le tecniche di massaggio come pure ogni tipo di terapia che preveda l’utilizzo del contatto terapeutico e tecniche manuali che prevedano ad esempio l’utilizzo di attrezzi e strumenti finalizzati al riequilibrio posturale o a favorire la consapevolezza della connessione corpo-mente. Qualunque attività che preveda il contatto, la stimolazione energetica, applicazione di pressione o vibrazioni ai tessuti corporei incluso muscoli, tessuto connettivo, tendini, legamenti e giunture può essere pure definita bodywork. Anche in Italia le discipline citate sono oramai molto diffuse, il termine bodywork può essere liberamente tradotto come lavoro corporeo o somatico, termini sovente utilizzati da terapisti e praticanti italiani. Negli Stati Uniti gli operatori delle suddette discipline, pur conservando titoli e competenze specifici vengono sovente definiti “bodyworkers” e le discipline praticate vengono riconosciute, liberamente praticate e regolamentate dal National Center for Complementary and Alternative Medicine.
Tra le metodologie che conosco, ho scelto di diffondere quella che più utilizzo nella mia attività professionale in virtù della sua efficacia, integrabilità e corporeità, cioè il Bodywork ad indirizzo fasciale. Anatomicamente, il termine “fascia” designa una membrana di tessuto connettivo fibroso di protezione degli organi interni e viene anche impiegato per i tessuti connettivi di nutrizione. Ma il termine “fascia” che ci interessa non sta ad indicare un’entità fisiologica, ma un insieme membranoso molto esteso, in cui tutto è legato, tutto è in continuità, come una entità funzionale. Questo insieme tissutale, costituito da una grande “rete” che riveste, sostiene, e collega tutti gli apparati e sistemi corporei, fa sì che la minima tensione, che sia attiva o passiva, si ripercuota su tutto l’insieme. Le tecniche che hanno eletto come campo d’azione il sistema fasciale sono sempre più diffuse in terapia manuale; la Scuola Italiana di Bodywork Fasciale si muove nella stessa direzione del “Munich Group”, l’organizzazione interdisciplinare di ricerca in terapia manuale fondata da Peter Schwind, direttore del Rolf Institute Europe e assistente di Jean-Pierre Barral, e dallo stesso Barral, ossia l’integrazione delle tecniche fasciali “profonde”, che fanno riferimento all’opera di Ida Rolf, e ancora prima, di Thérèse Pfrimmer, con le tecniche fasciali di scuola ostepatica. Mi piace interpretare il termine “bodywork”, letteralmente “lavoro corporeo”, con “my body’s work“, “il lavoro del mio corpo” come disse un mio maestro, e anche con “lavoro con il corpo, e non sul corpo”, non soffrire per aiutare l’altro ma vivere la relazione nel reciproco sostegno, grazie ad un corretto approccio posturale, energetico e mentale, in un’ottica più vicina al concetto di educazione somatica che di intervento terapeutico. Il mio primo, illuminante contatto con il Bodywork risale al 1993, grazie a due trainer dotati di eccezionale carisma e competenza: Chiara Guerrieri, Certified Massage Therapist, allora Principal Trainer in Orthopedic Massage del Benjamin Institute, USA, la quale essendo anche trainer in P.N.L, ha saputo trasmettere con eccezionale efficacia e precisione le tecniche di deepwork, e Harry Peloquin, chiropratico e rolfer, docente della Osho multiversity di Poona, India, ideatore della tecnica Rebalancing, personaggio eclettico che mi ha trasmesso l’aspetto più corporeo, olistico ed emozionale del Bodywork. In seguito, la formazione in osteopatia fasciale, cranio sacrale e viscerale e più avanti, nella tecnica dei “Meridiani Miofasciali” di T. Myers hanno arricchito la mia conoscenza delle metodiche fasciali. La formazione proposta, coerentemente con l’impostazione filosofica e tecnica del Bodywork prevede un intenso training corporeo: il bodyworker non è solo un terapeuta ma anche un educatore somatico, perciò gli interessati alla certificazione triennale di Operatore in Bodywork Fasciale, oltre alla formazione in tecnica manuale basata sui principi dell’Integrazione Strutturale e dell’Osteopatia fasciale e viscerale, seguiranno un percorso parallelo in autoterapia e conduzione di gruppi basato sui principi della Kinesitherapie Mézières, dell’Integrazione Strutturale secondo T. Myers e della Manipolazione Viscerale secondo J.P. Barral. L’efficacia e la coerenza di questo approccio non vanno ricercate in un’ortodossia filosofica o in un credo terapeutico ma nella condivisibilità del concetto di integrazione neuro-miofasciale, dei principi della biodinamica umana, dell’unità corpo-mente-spirito e del sapere basato sulla conoscenza esperienziale e non accademica. Gianni Core D.O., D.T. CoreSomatica Scuola Italiana di Bodywork Fasciale
Gli attestati rilasciati non sono abilitanti all’esercizio di attività riabilitativa e sanitaria in generale..